The purpose of this paper is to highlight a case study of forest restoration in the Pomieri Wood area (Madonie regional park, Sicily), consisting of a relict population of sessile oak (
Il restauro forestale assume i connotati di una nuova disciplina, rivolta ad attuare misure per il recupero funzionale di ecosistemi forestali degradati anche in ambiente mediterraneo (
In questo contributo si è preso in esame il Bosco Pomieri, localizzato nel Parco Regionale delle Madonie (Sicilia settentrionale), dominato dalla rovere che
Il bosco è stato oggetto di un pesante sfruttamento fra la prima e la seconda guerra mondiale e negli anni 1950, 1952, 1953. Oggi nel quadro di mutate condizioni economico-sociali e per l’affermarsi di un diverso interesse per il bosco si pone il problema della sua salvaguardia. Tuttavia quest’ultimo termine appare generico e potrebbe significare solo misure di esclusione di interventi, anziché misure proattive di riavvio dei processi funzionali. Da qui il restauro forestale, inteso innanzitutto come la riacquisizione culturale del valore del bosco da parte degli enti territoriali di gestione e delle popolazioni locali, e poi come l’applicazione di una serie di misure che prevedano sia la rimozione dei fattori di degrado che interventi colturali di miglioramento riguardo alla densità, biodiversità, struttura, funzionalità ecologica.
Il Bosco Pomieri, inserito in zona A del Parco Regionale delle Madonie (Comune di Petralia Sottana, Palermo), si estende per circa 1000 ha, tra 1200-1300 e 1500 m s.l.m. (
Per la caratterizzazione climatica mancano stazioni di riferimento collocate alla stessa quota. L’unica stazione vicina è quella di Petralia Sottana (
Il substrato pedogenetico è costituito prevalentemente da quarzareniti del Flysch numidico (
Il Bosco Pomieri è caratterizzato dalla presenza della rovere meridionale (
Il bosco di rovere meridionale sotto l’aspetto fitosociologico rientra nell’associazione
Le caratteristiche della vegetazione denotano condizioni climatiche con accentuati caratteri di oceanicità, in relazione alle correnti umide provenienti dal mar Tirreno che accrescono l’apporto idrico sotto forma di precipitazioni occulte (
Secondo i tipi forestali della Sicilia (
categoria: Querceti di rovere e roverella; tipo: Querceto di rovere (QU10X);
categoria: Faggeta mesofila dei substrati silicatici; variante con faggio (FA10B).
Sono state materializzate al suolo sei aree di saggio (AdS) di 50 x 50 m (2500 m2); il disegno di campionamento è di tipo soggettivo ed il numero delle AdS varia da cinque per in popolamenti QU10X (AdS 1, 2, 3, 4, 6) a una AdS in un popolamento FA10B a seconda dell’estensione e della rappresentatività nell’area studio.
In ogni AdS, nella stagione 2008-2009, sono stati effettuati i seguenti rilievi: (1) cavallettamento totale delle piante vive con diametro a 1.30 m ≥ 2.5 cm, altezze (sul 20% delle piante rappresentative di tutte le classi diametriche e delle 25 piante di diametro maggiore); (2) età, mediante succhiellamento a 1.30 m degli alberi dominanti; (3) tipo di struttura: mono-, bi-, multi-plana; per la caratterizzazione della struttura verticale è stato applicato l’indice di
In ogni AdS si è proceduto alla realizzazione di un
Procedendo alla restituzione grafica con l’utilizzo del
Sono state rilevate le ceppaie presenti distinguendo se di origine naturale o artificiale (taglio). Ceppaie e soggetti morti in piedi sono stati posizionati acquisendo le coordinate con un GPS.
Per ogni AdS è stata stimata la necromassa, indicatore Pan-Europeo per la gestione forestale sostenibile (Criterio 4: Conservazione e appropriato miglioramento della biodiversità negli ecosistemi forestali -
La SDT è stata stimata misurando in tutti i soggetti presenti nell’area con diametro ≥ 2.5 cm a 1.30 m, il diametro a metà lunghezza e la lunghezza totale. Inoltre, ogni campione di SDT è stato riferito ad una delle classi di decomposizione di Hunter (Maser et al. 1979 in
La CWD è stata stimata con un campionamento per intersezione lineare (
dove
Per il volume complessivo ad ettaro, tenuto conto che i segmenti sono di lunghezze diverse è stata utilizzata la seguente formula (
dove
La valutazione quantitativa della fruttificazione è stata fatta mediante una stima visiva della presenza/assenza di frutti sul totale della chioma in questo modo è stato possibile distinguere quattro classi: (1) assente (nessun frutto); (2) scarsa (la fruttificazione su <1/3 della chioma); (3) media (frutti da 1/3 a 2/3 della chioma); (4) Abbondante (frutti >2/3 della chioma). La valutazione è stata effettuata nel periodo di fruttificazione su tutte le piante comprese nelle AdS.
L’analisi dell’efficienza funzionale nei processi di rinnovazione naturale è un elemento fondamentale per valutare le potenzialità di perpetuazione di un popolamento. Si considera rinnovazione naturale l’insieme delle piante nate da seme con diametro < 2.5 cm a 1.30 m (
La rinnovazione naturale è stata rilevata con un campionamento sistematico per allineamenti paralleli di aree campione ogni 10 m (
La quantità e la qualità della luce che arriva ai livelli inferiori del popolamento influenza le condizioni microclimatiche e quindi la vegetazione del sottobosco, i tassi di decomposizione della sostanza organica, i processi di rinnovazione naturale. In ogni area sono state eseguite misure di PAR con un ceptometro (AccuPAR, Degagon Devices Inc., Pullman, WA, USA) a 1.5 m di altezza dal suolo con lo strumento in posizione orizzontale. Le misure sono state effettuate nei mesi di luglio, agosto e settembre, in giornate di cielo sereno, alle 12 (ora solare). Le misure di radiazione sono state eseguite: (1) all’esterno in condizioni di totale assenza di copertura forestale: (2) all’interno dell’area di saggio eseguendo 4 misurazioni secondo i punti cardinali.
Dai valori ottenuti da questi rilievi è stata calcolata la trasmittanza (T %), ossia la percentuale di radiazione che penetra al di sotto di una superficie più o meno continua rispetto a quella che incide al di sopra di essa (
Il rilievo della vegetazione è stato eseguito secondo il metodo fitosociologico (
L’analisi dei disturbi per stimare lo stato di degrado ha preso in considerazione gli impatti di natura antropica e quelli generati dal pascolo degli ungulati (domestici e selvatici). Gli impatti sono stati stimati qualitativamente secondo la scala temporale, spaziale e la magnitudo mediante la raccolta di indici di presenza/assenza di indicatori. Riguardo alla scala temporale è stata utilizzata la seguente classificazione: (1) temporaneo: il disturbo si verifica sporadicamente; (2) semi-permanente: il disturbo si verifica costantemente ma in modo irregolare; (3) permanente: il disturbo si verifica in modo permanente. Riguardo alla scala spaziale è stata utilizzata la seguente classificazione: (1) localizzato: il disturbo si verifica su piccole superfici; (2) non localizzato: il disturbo si verifica nell’area studio e nelle aree circostanti; (3) esteso: il disturbo si verifica nell’area studio ed in tutte le aree circostanti in modo indifferenziato.
Riguardo alla magnitudo è stata utilizzata la seguente classificazione: (1) bassa: il disturbo causa la modificazione delle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche in modo reversibile nel brevissimo periodo (1-2 mesi); (2) media: il disturbo causa la modificazione delle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche in modo reversibile nel lungo periodo; (3) alta: il disturbo causa la modificazione delle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche in modo irreversibile.
Per i disturbi antropici sono stati presi in considerazione i seguenti indici di presenza/assenza: (1) tagli abusivi; (2) raccolta della necromassa. Per gli ungulati sono stati raccolti indici di presenza/assenza: (1) escrementi; (2) danni da grufolamento e da calpestio; (3) brucature; (4) scortecciature; (5) fenomeni di costipazione del suolo.
Il Bosco Pomieri è risultato disomogeneo dal punto di vista strutturale e floristico, e rispecchia anche un diverso grado di degrado: le AdS poste a quote più basse (vicine alle strade ed alle abitazioni) sono molto più degradate e rispetto a quelle localizzate a quote più elevate (lontane da strade ed abitazioni). Anche i valori dei parametri dendrometrici (area basimetrica, volume) più bassi confermano questa condizione (
Per la tipologia QU10X le strutture riscontrate sono quella biplana e quella multiplana. L’indice di
Per la tipologia FA10B l’indice di
La mortalità, riferita al numero di individui in piedi, è in media dell’8.1% (2.6-15 -
Il volume della necromassa in piedi è in media di 7.2 (0.6-20) m3 ha-1 (
Il volume della necromassa totale (CWD e SDT) è in media di 9 m3 ha-1 (0.9- 20.2 -
Il quantitativo di necromassa aumenta spostandosi dalle AdS più disturbate (collocate a quote più basse, vicino alle strade ed alle abitazioni quindi dove si effettua la raccolta della legna) verso quelle meno disturbate (collocate a quote più alte).
Dalla stima visiva è emerso che la produzione di seme di rovere, nel 2008-2009, è stata classificata come scarsa nelle AdS 1, 2, 3 e 6 e abbondante nelle aree 4 e 5. Ciò è da attribuire principalmente alle maggiori dimensioni delle chiome dei soggetti nelle AdS 4 e 5 dove il seme si è presentato integro, ben sviluppato e potenzialmente fertile. La fruttificazione nell’area studio non è risultata mai assente nel periodo dello studio.
La rinnovazione naturale di rovere è presente in quattro AdS (1, 2, 3, 4), con densità≤ 5.5 semenzali m-2 e con un età media < 3 anni (
La mancanza di rinnovazione è messa in evidenza dall’indice di rinnovazione di
L’insediamento della rinnovazione naturale è compatibile con i livelli di area basimetrica e volume, ad eccezione dell’AdS 5, che supera quei valori soglia riportati anche in precedenti lavori (
Tuttavia la rinnovazione si concentra nelle zone più aperte, non solo all’interno del bosco ma anche lungo le scarpate stradali dove i semenzali si presentano in ottimo stato vegetativo.
Le cause della mancanza di rinnovazione sono da ricondursi a un’insieme di fattori: (1) scarsa fruttificazione; (2) al pascolo; (3) abbandono colturale.
I valori di trasmittanza variano da 0.6 a 8.6 % (
La rinnovazione è addirittura assente nelle AdS 5 e 6 dove i livelli di trasmittanza sono inferiori all’1 %. Infatti il punto di compensazione per la rovere è del 2% (
I rilievi fitosociologici svolti nelle aree di saggio e riportati nella
Le attività antropiche hanno un ruolo primario sulla funzionalità degli ecosistemi, le informazioni raccolte indicano un impatto differenziato: (1) nelle AdS poste a quote più basse vicino alle strade ed alle abitazioni il disturbo considerato è stato classificato come temporaneo, non localizzato e di magnitudo alta; (2) nelle AdS poste a quote più elevate lontano dal strade ed abitazioni il disturbo è stato classificato come semi-permanente, localizzato e di magnitudo bassa.
Gli impatti causati dalla presenza di ungulati hanno un ruolo sulla composizione e sulla funzionalità del bosco, in generale, essi sono la causa principale dell’impoverimento della composizione floristica, dell’erosione del suolo e del danneggiamento della rinnovazione naturale e della presenza di specie sinantropiche quali
Gli indici di presenza raccolti nelle AdS hanno indicato: un elevato numero di escrementi; la presenza di aree grufolate con evidenti segni di calpestio; la presenza di rinnovazione danneggiata; danni da morso. Queste informazioni hanno consentito di classificare il disturbo secondo le tre caratteristiche principali: scala temporale (frequenza), scala spaziale e magnitudo. Il pascolo degli ungulati domestici e selvatici si presenta come un disturbo semi-permanente secondo la scala temporale, diffuso secondo la scala spaziale e di intensità alta secondo la magnitudo (
Ciò indica che gli impatti generati sono significativi ovvero che i disturbi possono avere delle incidenze che richiedono la predisposizione di opportune misure di mitigazione.
Le analisi condotte concorrono a creare la base conoscitiva per avviare un’azione di restauro forestale. Essi hanno messo in evidenza una scarsa funzionalità dell’ecosistema, più marcata nelle aree poste a quote più basse rispetto a quelle poste a quote più elevate.
Il restauro è pienamente giustificato sul piano etico trattandosi di un bosco di elevato interesse scientifico, ubicato all’interno di un’area protetta dove il rischio di estinzione della popolazione di rovere è elevato (
Sul piano applicativo il restauro presupporrà sempre l’intervento dell’uomo per ripristinare la funzionalità del sistema, dal momento che si tratta di sistemi molto degradati. In concreto, si articolano una serie di misure preliminari per rimuovere quei fattori di disturbo che al momento sono i responsabili dello stato di degrado, ossia: (1) divieto del pascolo di animali domestici; (2) divieto di raccolta di legna da ardere e di accesso ai non addetti alla gestione.
Dopo qualche anno sarà necessario intervenire con azioni selvicolturali mirate nelle diverse tipologie strutturali-funzionali che in breve si posso riassumere:
conversione attiva in fustaia dei soprassuoli rappresentati dalle AdS 1, 2, 3, mediante periodici diradamenti, rispettando la configurazione strutturale del soprassuolo, senza ancorarsi a schemi numerici rigidi, fino ad arrivare al taglio di conversione vero e proprio una volta che il sistema suolo-soprassuolo ha raggiunto la maturità;
controllo della diffusione dell’agrifoglio, per favorire la rinnovazione naturale della rovere, che come è noto si riproduce in modo straordinario anche per polloni radicali;
apertura di piccole buche nei soprassuoli adulti e densi per favorire la rinnovazione di rovere: raggio medio delle buche uguale all’altezza degli alberi vicini secondo
valorizzare il ruolo dei grandi alberi, tenendo presente che queste formazioni hanno un tempo di permanenza molto lungo, almeno 500 anni (
salvaguardia delle specie arboree consociate (aceri, ecc.);
monitoraggio delle dinamiche evolutive, soprattutto nelle zone di tensione verso la faggeta e verso il basso anche in relazione ai previsti cambiamenti climatici.
Il principio ispiratore degli interventi futuri sarà quello di assecondare e guidare le dinamiche evolutive naturali, sempre sotto il costante controllo da parte dell’uomo.
Questa azione per completarsi richiederà un arco temporale abbastanza lungo, presumibilmente 20-30 anni (e non solo 5 anni come previsto dal Piano di Gestione Monti Madonie 2008 per la zona A del Parco Regionale). Questo potrebbe sembrare incompatibile e impraticabile sul piano operativo, ma queste sono le leggi della natura da rispettare se si vogliono raggiungere gli obiettivi del restauro. La politica ambientale a favore della biodiversità richiede, al di là delle solenni affermazioni di principio (come quelle dell’anno della biodiversità 2010), azioni concrete. Questa è una forma di conservazione
Localizzazione dell’area di studio.
Climogramma di
Grafici di stratificazione della struttura verticale secondo
Grafici di stratificazione della struttura verticale secondo
Elementi dendrometrico-strutturali. (G): area basimetrica; (V): volume; (GC): grado di copertura; (a): età media in anni (tra parentesi valori minimo e massimo).
AdS | n. piante(ha-1) | G ha-1(m2) | V ha-1(m3) | GC (%) | Età (a)(anni) | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Ceduo | Fustaia | Tot | |||||||
Faggio | Rovere | Faggio | Rovere | ||||||
1 | - | 488 | - | 996 | 1484 | 25.7 | 197 | 100 | 160 (92-229) |
2 | - | 267 | - | 460 | 727 | 13.3 | 83 | 100 | 159 (102-217) |
3 | - | 228 | - | 144 | 372 | 10.5 | 104 | 96 | 93 (86-98) |
4 | - | 148 | - | 764 | 912 | 30.4 | 272.2 | 81 | 165 (135-195) |
5 | 336 | - | 240 | 40 | 616 | 33.4 | 827.3 | 93 | 140 (118-163) |
6 | - | - | - | 428 | 428 | 21.6 | 278.6 | 94 | 152 (123-185) |
Mortalità degli individui in piedi.
AdS | Vivi(n ha-1) | Morti (n ha-1) | Totale(n ha-1) | Morti in piedi (%) |
---|---|---|---|---|
1 | 1484 | 164 | 1648 | 11.1 |
2 | 727 | 107 | 834 | 15 |
3 | 372 | 28 | 400 | 7.5 |
4 | 912 | 72 | 984 | 7.9 |
5 | 616 | 16 | 932 | 2.6 |
6 | 428 | 20 | 448 | 4.7 |
Ripartizioni in classi di diametro degli individui morti in piedi (%), diametro (cm).
Diametro/AdS | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 |
---|---|---|---|---|---|---|
3 | 12.2 | 62.5 | - | 5.6 | - | 20 |
4 | 41.5 | 18.7 | 28.6 | - | - | - |
5 | 17.1 | 6.2 | 14.3 | 5.6 | - | 20 |
6 | 9.8 | 12.5 | - | 5.6 | 50 | 40 |
7 | 9.8 | - | - | 11.1 | - | - |
8 | 2.4 | - | - | - | - | 20 |
9 | 2.4 | - | 28.6 | 16.7 | - | - |
10 | 4.9 | - | 14.3 | 11.1 | - | - |
11 | - | - | - | 5.6 | 25 | - |
12 | - | - | - | 11.1 | - | - |
13 | - | - | 14.3 | - | 25 | - |
14 | - | - | - | 5.6 | - | - |
15 | - | - | - | 5.6 | - | - |
16 | - | - | - | 5.6 | - | - |
57 | - | - | - | 5.6 | - | - |
63 | - | - | - | 5.6 | - | - |
Ripartizione della SDT in classi di decomposizione di Hunter (%).
Classe/AdS | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | - | 2.4 | - | 2.4 | 19.5 | 46.3 | 29.3 |
2 | - | - | 25 | 25 | 50 | - | - |
3 | - | 42.9 | 42.9 | 14.3 | - | - | - |
4 | - | 11 | 39 | 50 | - | - | - |
5 | - | - | 100 | - | - | - | - |
6 | - | 20 | 40 | 40 | - | - | - |
Volume della necromassa.
AdS | CWD(m3 ha-1) | SDT(m3 ha-1) | Totale(m3 ha-1) |
---|---|---|---|
1 | 0.9 | 2.8 | 3.7 |
2 | 0.3 | 0.6 | 0.9 |
3 | 0.2 | 1.8 | 2 |
4 | 8.3 | 4.4 | 12.7 |
5 | 0.3 | 14.3 | 14.6 |
6 | 0.2 | 20 | 20.2 |
Rinnovazione naturale. (C): coperto; (S): scoperto; (M). margine; (Q): rovere; (L): leccio.
AdS | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | |||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Ubicazione | C | S | M | C | S | M | C | S | M | C | S | M | C | S | M | C | S | M | |
Specie (ID) | Q | Q | Q | Q | Q | L | Q | Q | Q | Q | Q | Q | Q | - | - | - | - | - | - |
Densità (n sem. m-2) | 4.6 | 5.7 | 2 | 4.1 | 7 | 1.5 | 7.6 | - | 2.5 | 1 | 5.5 | 1 | 4.3 | - | - | - | - | - | - |
Diam. coll. medio (mm) | 2.4 | 1.5 | 2.2 | 2.1 | 1.1 | 0.4 | 2.5 | - | 2.3 | 2.5 | 2.6 | 1.2 | 1.5 | - | - | - | - | - | - |
Altezza media (cm) | 8.2 | 7.7 | 5.5 | 8.3 | 10.5 | 5.5 | 8.3 | - | 6 | 4 | 4.8 | 4 | 3.1 | - | - | - | - | - | - |
Età media (anni) | 2.1 | 2.3 | 2 | 1.8 | 3 | 2 | 1.8 | - | 2 | 1 | 1.5 | 2 | 1.1 | - | - | - | - | - | - |
IR (Magini) | 37.7 | 43.9 | 11 | 34.3 | 73.5 | 5.2 | 63.1 | - | 15 | 4 | 26.4 | 4 | 13.3 | - | - | - | - | - | - |
Valori di PAR e trasmittanza (media ± deviazione standard).
ADS | PAR | T(%) | |
---|---|---|---|
Interno(µmol m-2 s-1) | Esterno(µmol m-2 s-1) | ||
1 | 47 (± 20.8) | 1813 (± 313.3) | 2.5 |
2 | 164 (± 123) | 1813 (± 313.3) | 8.6 |
3 | 37 (± 29.7) | 1813 (± 313.3) | 1.9 |
4 | 67 (± 51.7) | 1813 (± 313.3) | 3.6 |
5 | 11 (±2.6) | 1813 (± 313.3) | 0.6 |
6 | 19 (± 30) | 1813 (± 313.3) | 1.0 |
Rilievi fitosociologici.
Codice area di saggio | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 |
---|---|---|---|---|---|---|
Quota (m s.l.m.) | 1310 | 1322 | 1316 | 1381 | 1434 | 1334 |
Esposizione | N | N | NW | SE | E-SE | N |
Superficie (m2) | 500 | 500 | 500 | 500 | 500 | 500 |
Copertura totale (%) | 90 | 85 | 100 | 95 | 95 | 100 |
Inclinazione (%) | 38 | 38 | 32 | 38 | 48 | 44 |
Copertura strato arboreo (%) | 85 | 80 | 75 | 95 | 90 | 90 |
Copertura strato arbustivo (%) | 15 | 10 | 5 | 10 | 5 | 10 |
Copertura strato erbaceo (%) | 10 | 5 | 5 | 20 | 5 | 1 |
Strato Arboreo | ||||||
4 | 4 | 4 | 5 | 1 | 5 | |
1 | - | - | - | - | - | |
- | - | - | - | 4 | + | |
Strato Arbustivo | ||||||
- | - | + | + | . | - | |
- | - | - | - | 1 | - | |
2 | 2 | 1 | 2 | + | 1 | |
2 | 2 | 3 | 1 | + | 3 | |
1 | + | + | 1 | + | + | |
2 | 1 | . | 2 | 2 | . | |
+ | - | 1 | - | + | . | |
+ | + | + | - | - | + | |
Strato Erbaceo | ||||||
2 | 1 | - | 1 | - | - | |
+ | + | - | - | - | - | |
+ | - | - | - | + | - | |
2 | 1 | + | 1 | - | + | |
+ | - | - | + | - | - | |
- | - | - | 1 | 1 | + | |
+ | + | - | - | - | - | |
2 | 1 | + | + | - | - | |
. | . | + | . | - | - | |
2 | 1 | + | + | - | - | |
- | - | - | + | - | - | |
- | - | 1 | + | - | + | |
1 | 1 | 1 | 1 | - | + | |
- | - | - | + | - | - | |
- | - | - | + | - | - | |
1 | 1 | + | + | - | 1 | |
+ | + | . | + | - | . | |
+ | - | - | + | - | + | |
2 | 1 | 1 | 2 | - | - |
Sintesi dei disturbi dell’area studio in relazione alle caratteristiche temporali, spaziali e di magnitudo. (*): AdS poste a quote inferiori prossime alla strada ed alle abitazioni; (**): AdS poste a quote superiori lontane da strade e dalle abitazioni.
Disturbo | Tipologia di disturbo in relazione a: | ||
---|---|---|---|
Tempo | Spazio | Magnitudo | |
Disturbi antropici | Temporaneo (*) Semi-Permanente (**) | Non Localizzato (*) Localizzato (**) | Alta (*)Bassa (**) |
Pascolo di ungulati | Semi- Permanente | Esteso | Alta |