The Decree on Climate 2019 focuses on reforestation campaigns and silviculture actions applied to existing forests of Italian metropolitan cities, incurring a total expenditure of €30 million in the next two years. By supporting urban and peri-urban forestry programmes, the decree represents an innovative scheme within the framework of environmental legislation on climate actions. The decision appears strategic as it depicts new scenarios for the cities of tomorrow involving sequence design, implementation and management of urban forests as key components to challenge climate change effects on the urban environment. Italian research in the field of urban forestry and related issues is well prepared to tackle the challenge thanks to 25 years of experience in “planting, growing, and caring for” ideas, knowledge, and methods applied to the ecology and functioning of urban and peri-urban forests. This wealth of experience is at the service of the community and of stakeholders who will be directly or indirectly involved in the implementation of the Decree on Climate 2019.
Il Consiglio dei Ministri del 10 ottobre 2019 (G.U. del 14/10/2019 - Decreto-Legge 14 ottobre 2019, n. 111) ha approvato il “decreto clima 2019”, un decreto-legge che introduce misure urgenti (art. 4: “Azioni per la riforestazione”) in osservanza ad obblighi e impegni previsti dalla direttiva 2008/50/CE per la qualità dell’aria. L’art. 7 di tale decreto prevede azioni per la riforestazione per complessivi 30 milioni di euro a valere sugli anni 2020 e 2021. È istituito un “un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane”. Il comma 3 dell’art. 4 specifica che entro 90 giorni le città metropolitane presentano al MATTM le progettazioni corredate da programmi operativi e costi e quindi provvede all’approvazione di almeno un progetto per ciascuna città metropolitana. Quale responsabile delle istruttorie viene individuato il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico.
Il decreto clima rappresenta una novità di notevole interesse nell’iter legislativo in materia ambientale. Per quanto non particolarmente elevate, le misure finanziare di sostegno al settore di forestazione attiva e alla gestione forestale in ambiti urbani e periurbani possono iniziare a costruire nuovi scenari di valore e qualità per le attività di progettazione, realizzazione e gestione sia di nuovi tratti forestali che di foreste esistenti. Il decreto merita attenzione in quanto non solo costituisce un passo concreto, seppure ancor piccolo e migliorabile, per una strategia del clima e della qualità dell’aria, ma anche perché rappresenta il primo intervento a scala nazionale di supporto concreto e diretto per la realizzazione di opere a verde dopo il tentativo del Piano Forestale Nazionale, approvato con delibera CIPE del 2 dicembre 1987, piano che in pratica non ebbe alcun effetto data la scarsità di risorse finanziare assegnate.
A nostro avviso, vista la necessità di sostenere al meglio le azioni previste dal Decreto, è importante comprendere (i) come dialoghino le disposizioni previste nel Decreto clima 2019 con la ricerca scientifica italiana in questo settore e la traduzione tecnica delle conoscenze sviluppate nel nostro paese. Ulteriore elemento di riflessione riguarda (ii) la tempistica della proposta indicata dal decreto e (iii) le sinergie sperimentabili per attuarla: ripetiamo che il testo del decreto cita, infatti, un “programma sperimentale per l’impianto di alberi, il reimpianto e di selvicoltura nelle città metropolitane”.
Riguardo al primo punto ricordiamo come già a partire dalla fine degli anni Ottanta e primi anni Novanta, siano stati avviati, in alcune sedi universitarie, corsi di “Selvicoltura urbana”. Sul finire dell’ultimo decennio del XX secolo e con il nuovo millennio le attività formative e di ricerca inerenti il campo della selvicoltura urbana - spesso entrata in uso come “forestazione urbana” adottando una traduzione un po’ rigida del termine anglosassone di riferimento - hanno avuto un notevole impulso e si sono consolidate in un numero sempre più ampio di università e di centri di ricerca. Decisivi per questa crescita sono stati sicuramente due fattori. Il primo è il forte spirito collaborativo fra diversi enti di ricerca e formazione che, sin dagli albori della ricerca nel settore, ha caratterizzato la dimensione culturale, scientifica e didattica afferente alle cosiddette “foreste urbane”. Un secondo aspetto fondamentale è stata l’assidua e sempre crescente partecipazione a
Questo stato di vitalità e di vivacità nel settore ha fatto sì che ci sia stato un certo interesse del legislatore nazionale che con la Legge 10/2013, art. 3 ha previsto la costituzione del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico presso il Ministero per l’Ambiente. Il comitato, al cui interno è fondamentale il contributo scientifico del mondo forestale, in breve tempo ha prodotto, con il supporto del sistema della ricerca, una serie di documenti tra i quali merita ricordare le “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” e la “Strategia per il verde urbano”. Il supporto e la collaborazione dei vari settori di ricerca hanno altresì consentito di partecipare alla produzione delle Linee Guida sulla forestazione urbana e periurbana di UN-FAO così come di contribuire alla stesura dei capitoli del settore
Da questa breve sintesi emerge quindi un notevole interesse verso le tematiche del verde urbano e in particolare verso la ricerca/azione sulla forestazione urbana.
Riguardo quindi alla congruità temporale del dettato dell’art. 7 (azioni per la riforestazione) del decreto clima 2019, la comprensione dell’inserimento di questo aspetto simbolicamente e concretamente forte, non potrebbe essere completamente capito senza considerare e valutare attentamente la serie di iniziative ad elevato impatto mediatico: ci riferiamo, in particolare, all’esplosione del movimento di protesta lanciato nel 2018 da Greta Thunberg con i
Dopo aver costruito attentamente e con tenacia il tessuto di conoscenze scientifiche e di relazioni di collaborazione e crescita di ricerca e divulgazione, il mondo che afferisce ai settori tecnico-scientifici su foreste e verde urbano, può tranquillamente dire di essere pronto a raccogliere le sfide che le giovani generazioni e le società contemporanee ci chiedono.
Quali ruoli può avere il sistema della ricerca in questo contesto? Un primo ruolo è utile chiamarlo “Conoscere per agire”: solo l’ampio spettro di ricerche sviluppato nel corso degli ultimi decenni potrà fornire le conoscenze profonde e molteplici, che dovranno necessariamente essere alla base dei criteri e delle modalità di pianificazione, progettazione e gestione delle foreste urbane da valorizzare o da realizzare
Compito del mondo della ricerca è anche aiutare a crescere una corretta ed informata cultura ambientale. È nostro compito rendere manifesto il significato dei processi che si generano sviluppando i boschi in città, adottando il verde urbano, pubblico e privato, quali strumenti strategicamente fondamentali per contrastare gli effetti dei cambiamenti globali. Nel bene e nel male. Dobbiamo contribuire a fare capire nel modo più semplice possibile, ma scientificamente ineccepibile, quali siano le potenzialità ed i limiti, quali i vantaggi e quali i possibili costi ambientali negativi (ad es., quote di emissioni di anidride carbonica per la manutenzione che superino i valori di carbonio effettivamente sequestrato). Dobbiamo imparare a dire, con forza, che questi ultimi non sono oggi sostenibili ed accettabili, se non nel caso di realizzazioni eccezionali per evocazione, simbolismo e/o provocazione. La responsabilità di sperimentare e produrre conoscenza su questi temi è enorme, ma appartiene a chi studia e ricerca nel settore: non possiamo lasciare solo (ad es., divulgatori,