Climate change, deforestation and the fate of Amazon. Understanding and mitigation the impact of the increasing population and global economic activities on tropical forests is one of the greatest challenges for scientists and policy makers. A summary of some of the latest findings and thinking on this topic has been reported by Malhi and colleagues in a recent paper published on Science. An overview and comments on this paper is herein proposed.
La comprensione dei cambiamenti indotti dall’uomo alle foreste tropicali è fondamentale per comprendere il cambiamento climatico globale e la conservazione della natura. In questo senso, le foreste tropicali stanno subendo a opera dell’uomo profonde modificazioni che possono pregiudicare il loro ruolo nel ciclo del carbonio, dell’energia (
In generale, gli effetti legati all’attività dell’uomo sulle foreste tropicali possono essere raggruppati in due principali categorie (
In questo contesto, un recente articolo di
Sempre riguardo agli effetti sul clima legati alla deforestazione, non bisogna poi dimenticare che la foresta amazzonica svolge anche un’importante ruolo nel ciclo del carbonio. Negli anni ’90 è stato stimato un rilascio di carbonio in seguito alla deforestazione pari a 0.5 Pg C anno-1 e, sebbene ancora dibattuto dalla comunità scientifica, vi sono evidenze che la foresta amazzonica primaria possa fissare circa 0.6 Pg C anno-1 (
Sicuramente la velocità e l’intensità della pressione antropica su queste foreste ha un notevole impatto sulla loro resilienza, ma è praticamente inevitabile che tratti di foresta siano convertiti in coltivi o pascoli a causa dello sviluppo economico dei Paesi sud-americani. Tuttavia, secondo Mahli et al. è possibile uno sviluppo economico sostenibile con la contemporanea conservazione del ruolo di queste foreste nel ciclo del carbonio e sulla biodiversità in modo da contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico purché si mantenga la deforestazione sotto il 20-40% della superficie originaria, si istituiscano delle aree protette con una frammentazione limitata, si controlli l’uso del fuoco, si conservino i corridoi fluviali e si mantenga intatta la parte settentrionale dell’Amazzonia poiché essa ospita la più alta biodiversità ed è quella più vulnerabile alla diminuzione delle precipitazioni. Dai dati riportati nell’articolo, si stima che l’aumento delle superfici protette e il rafforzamento della proprietà privata potrebbero ridurre la deforestazione dal 47% al 28% entro il 2050 impedendo così l’emissione di circa 17 Pg C nell’atmosfera, ma per la realizzazione di questi punti sarebbero necessarie risorse finanziarie, informazione per le popolazioni locali, capacità tecnica e volontà politica. In questo senso, un primo passo è stato fatto dai recenti trattati internazionali e dalla
Sicuramente, quindi, i prossimi anni saranno decisivi per il destino della foresta amazzonica e per individuare strategie idonee a mantenere la sua resilienza e funzionalità.