Recently, significant forestry activities have taken place in Sardinia thanks to EU Regulation 2080/92 funds. Some 80% of the afforestated surface has been planted with holm oak and cork oak. The latter also characterizes 89% of the reforestation area. Given the funding source, plantations have been established on farmlands. Growth performances of these recent cork oak stands have been quantitatively evaluated and compared with the performances of two experimental plots. In Gallura (north-east of Sardinia), that is the traditional cork production area and still is economically the most important cork district of the island, these new cork oak plantations have an average size of 28 ha. They have been established on lands that, before plantation, were either pastures (30%) or arable lands (70%). Plantation failures are limited to 8.8% of the total (in term of mass) and seem independent of environmental factors or plantations species composition (conifers have been frequently used as secondary species). Average growth of the stem, measured above cork at collar height, is in the range 4 to 8mm/year with a mean value of 5.5mm/year. No correlation appears with either environmental conditions or species composition of the plantations. In the first experimental plot, soil management practices (natural vegetation removal
Oltre l’80% delle foreste di quercia da sughero italiane si trova in Sardegna, dove è anche presente la gran parte dell’industria di trasformazione in uno specifico distretto industriale che trova nel tappo il prodotto principale e il maggiore valore aggiunto. La fase espansiva globalmente registrata dai vigneti fa prevedere per il 2010 una richiesta di 24 miliardi di tappi di sughero a fronte degli attuali 19 miliardi, anche se la sempre più ampia diffusione di chiusure e contenitori alternativi delinea sul lungo periodo previsioni meno ottimistiche (
L’espansione dell’industria nazionale di trasformazione è, però, già oggi frenata dalla scarsa disponibilità di materia prima, importata per oltre il 40%. Una parziale risposta può venire dalle ricostituzioni boschive (“miglioramenti”) e dagli imboschimenti realizzati con risorse comunitarie - Regg. CEE 1272/88 e 2328/91 (il cosiddetto
In particolare la quercia da sughero e il leccio contribuiscono ai circa 12000 ha di recenti imboschimenti rispettivamente per il 58 e 22%, mentre la restante quota è suddivisa tra 5-6 latifoglie che vedono il prevalere della robinia; la sughera, inoltre, ha anche rappresentato l’89% dei circa 2000 ha di superfici regionali sottoposte a “miglioramento” (
La carenza di informazioni tecniche sull’accrescimento radiale della sughera, soprattutto per quanto riguarda la fase giovanile improduttiva, non consente di formulare previsioni attendibili sull’efficacia di sistemi intensivi di coltivazione, a prevalenti finalità economiche, nel compensare un’eventuale minore idoneità ecologica delle nuove aree di espansione e nel ridurre il periodo improduttivo che precede la demaschiatura, di norma 30-50 anni per le fustaie e 10-15 per i cedui (
In Sardegna il confronto tra rimboschimenti a finalità multiple (di norma eseguiti dalla Pubblica Amministrazione con
In questo contesto, obiettivo principale dell’indagine è l’analisi dell’adattamento e dell’accrescimento della sughera nell’imboschimento di ex-coltivi; sono anche riportate alcune considerazioni sugli effetti del Reg. CEE 2080/92 sulla struttura delle aziende agrarie.
La ricerca si è svolta in tre aree geografiche comprese tra la Sardegna centro-occidentale e quella nord-orientale (
La prima serie di osservazioni sull’accrescimento e sulle tipologie aziendali coinvolte è stata svolta in un’area ad alta vocazione per produzioni sughericole di qualità (Gallura, Sardegna nord orientale) dove si sono individuate le 24 aziende agrarie che, dall’analisi della progettualità depositata presso gli Uffici competenti, avevano realizzato non meno di 5 ettari di imboschimenti a prevalenza di sughera nell’ambito del Reg. CEE 2080/92 (
In ogni imboschimento, in funzione delle dimensioni e dell’omogeneità del territorio, sono state realizzate da 1 a 3 aree di saggio, di forma quadrata con lato di 30 m, comprensive di almeno 100 piante e tali da rappresentare le condizioni medie della piantagione. Inoltre, durante l’esecuzione dei rilievi e dopo tre anni (quando tutte le aziende avevano cessato di ricevere i contributi pubblici per le cure colturali), sono state sinteticamente valutate, a fine estate, le condizioni degli imboschimenti e il livello di attenzione dell’imprenditore sulla base della regolare esecuzione di: lavorazioni/trinciature e zappettature al piede della pianta, potature di formazione, manutenzione delle fasce antincendio e della viabilità interna; si sono così potute classificare le piantagioni in 5 classi di attenzione, da “ottimamente seguite”, con sostanziale assenza di infestanti, a “molto trascurate” con diffuso piano erbaceo e arbustivo su fila e interfila.
Una prima parcella sperimentale è stata finalizzata alla valutazione dell’influenza delle tecniche di gestione del suolo sugli accrescimenti. L’esperienza è condotta in un imboschimento aziendale dell’estensione complessiva di 18.5 ha, ubicato nella Nurra di Sassari (
La terza serie di rilievi è stata realizzata in una seconda parcella sperimentale di 3.3 ha, ubicata a 440 m s.l.m. nel perimetro forestale dell’Ente Regionale delle Foreste di Monte Grighini (
I dati sperimentali provenienti dalle tre esperienze sono stati sottoposti ad analisi di correlazioni, regressioni,
I 614 ettari di imboschimenti aziendali analizzati (
Nelle piantagioni aziendali la mortalità della quercia è in media dell’8.8% con un
La scarsa fiducia dell’imprenditore nella redditività delle sugherete si rileva dalla
Nella prova parcellare che confronta differenti tecniche di gestione del suolo (area geografica della Nurra), l’analisi degli accrescimenti, a 4 anni dall’avvio dell’esperienza e a 7 dalla messa a dimora, non evidenzia differenze significative tra interventi interfilare con lavorazione del suolo ovvero con trinciatura del naturale cotico erboso, ma segnala nel controllo valori diametrici significativamente più bassi: rispettivamente 4.3-4.5
La mortalità a 2 anni dall’impianto ha interessato solo il 5% delle sughere; dopo tempestivi risarcimenti e l’avvio della prova sperimentale non si sono registrate ulteriori perdite. Le altezze medie, pari a 135 cm, con intervallo compreso tra 119 e 150 cm in funzione delle diverse subtesi, non evidenziano differenze significative. L’incremento medio annuo, sopra scorza, risulta compreso tra 6.9 e 8.8 mm anno-1 con un valore medio di 7.9; le differenze, dello stesso segno di quelle rilevate per i diametri sottoscorza, non raggiungono la significatività per il descritto effetto di compensazione tra l’accrescimento dei due tessuti.
Nella seconda prova parcellare, che mette a confronto nell’area del Monte Grighini 27 provenienze mediterranee, si rileva in primo luogo la sostanziale assenza di mortalità, presumibilmente per l’esecuzione di un accurato scasso pre-impianto e l’alto livello di attenzione in tutte le fasi successive. Al 7° anno il diametro medio del fusto, rilevato al colletto sotto scorza, è compreso tra 4 e 4.8 cm (
Il raffronto degli incrementi diametrici al colletto rilevati nelle tre aree di studio a parità di età (7° anno) e di tecniche colturali (lavorazione dell’interfila ed eliminazione manuale delle infestanti attorno alla pianta) evidenzia performance superiori sino al 60% nelle parcelle sperimentali rispetto a quelle aziendali della Gallura (
Il successo del Reg. CEE 2080/92 è legato, in Sardegna, alla bassa redditività del capitale fondiario e all’avanzata età degli imprenditori agricoli, come anche all’erogazione di ventennali “mancati redditi” e di un contributo per le cure colturali del primo quinquennio. L’attribuzione alle latifoglie autoctone di un sostegno finanziario più consistente di quello riservato alle specie a rapido accrescimento ha inevitabilmente sancito il successo di leccio e sughera, anche perché la loro maggiore adattabilità ha posto gli imprenditori al riparo, almeno in parte, da costosi risarcimenti. Nel campione di aziende esaminate, precedentemente impegnate in ordinamenti zootecnici semiestensivi con larga prevalenza dei pascoli naturali sui seminativi, il maggiore utilizzo di questi ultimi per l’esecuzione degli interventi forestali sottolinea la fragilità dell’agricoltura collinare gallurese che rinuncia alle terre più fertili pur di conseguire più consistenti “mancati redditi”. In questo scenario le opportunità offerte dal regolamento comunitario per l’avvio di una “arboricoltura da sughero” non appaiono pienamente colte e le scelte imprenditoriali risultano improntate a una conduzione privatistica che tende a minimizzare i costi di gestione non ritenendo l’imboschimento con sughera un investimento produttivo. Infatti, a tre anni dalla cessazione degli aiuti per le cure colturali, si registra una sostanziale sospensione degli interventi manutentori nel 61% delle aziende.
Ciò contribuisce a spiegare i maggiori incrementi rilevati nelle due parcelle sperimentali rispetto a quelli osservati negli imboschimenti privati (
L’esperienza parcellare che confronta differenti tecniche di gestione del suolo ribadisce sia l’efficacia degli interventi interfilare e della scerbatura al piede delle piante nell’esaltare la risposta incrementale del legno, sia la capacità della specie di allocare in modo differenziato gli elaborati, destinati in misura maggiore al tessuto suberoso in assenza di interventi colturali; ciò è in linea con quanto riportato da
La sughera, comunque, mostra un forte controllo individuale dell’accrescimento per la differente capacità del singolo albero di adattarsi alla disponibilità di risorse ambientali (
In conclusione il modesto livello degli accrescimenti diametrali, rilevati al colletto data la giovane età delle piante, prospetta lunghi periodi improduttivi anche per gli imboschimenti degli Anni Novanta, che in sostanza non potranno contribuire a soddisfare l’atteso incremento nella domanda di tappi in sughero. Un più consistente apporto potrà venire dalle ricostituzioni boschive in relazione alla maggiore rapidità di accrescimento dei polloni. Per quanto detto sembra opportuno che l’elaborazione di nuovi interventi a favore degli imboschimenti con quercia da sughero preveda l’ampliamento dell’intervallo di tempo, successivo alla piantagione, in cui sono erogati aiuti economici alle cure colturali, portandolo dagli attuali cinque anni sino a dieci o, anche, sino alla demaschiatura.
Ricerca svolta nell’ambito del Programma di Iniziativa Comunitaria (PIC) INTERREG IIIA -Francia -Italia, “Isole”, Sardegna, Corsica, Toscana. Progetto: Difesa del patrimonio boschivo a
Ubicazione degli imboschimenti (triangoli) e delle stazioni meteorologiche utilizzate per la classificazione climatica (numeri).
Variazioni dell’uso del suolo nelle aziende campione a seguito degli imboschimenti condotti in Gallura.
Incrementi medi rilevati per piante di sughera tra il 5° e il 7° anno di età, nelle parcelle aziendali in Gallura, in funzione della consociazione con resinose (numero aziende: in purezza = 8; al 25% = 10; al 50% = 6).
Confronto fra lo stato delle sugherete nel periodo coperto da aiuti per le cure colturali, e a contributi cessati.
Influenza della gestione del suolo su diametro del legno (diametro del colletto sottoscorza - pannello A) e spessore del sughero (spessore del sughero al colletto - pannello B) (Nurra).
Valori medi diametrici e relative DS, rilevati al 7° anno per 27 provenienze, nella Sardegna centro-occidentale (Grighini).
Valori medi di altezza e relative DS, rilevati al 7° anno per 27 provenienze, nella Sardegna centro occidentale (Grighini).
Incrementi diametrici al colletto, rilevati al 7° anno nelle tre aree di studio (per la Nurra si riporta il dato relativo alla tesi che adotta tecniche colturali analoghe a quelle degli altri due casi).
Ubicazione. origine delle terre imboschite, principali caratteristiche stazionali ed estensione degli imboschimenti aziendali a prevalenza di sughera realizzati in Gallura; (z) = i numeri si riferiscono alle stazioni elencate nella
Comune | Quota (m slm) | Staz. Meteo di rif. (z) | Pendenza (%) | Precedente uso suolo | Superficie imboschita (ha) | Tessitura suolo | pH suolo |
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Aglientu | 200 | 8 | 1 | seminativo | 11.0 | franco sabbioso | 4.57 |
Aglientu | 360 | 8 | 3 | seminativo | 8.0 | sabbioso | 4.60 |
Arzachena | 124 | 1-2 | 15 | pascolo | 21.6 | sabbioso franco | 4.49 |
Arzachena | 130 | 1-2 | 3 | pascolo | 36.0 | franco sabbioso | 5.02 |
Arzachena | 133 | 1-2 | 3-5 | seminativo | 33.8 | franco sabbioso | 3.92 |
Arzachena | 146 | 1 | 0 | seminativo | 97.0 | sabbioso franco | 4.68 |
Arzachena | 173 | 1 | 3 | seminativo | 78.0 | sabbioso franco | 4.18 |
Calangianus | 506 | 7 | 0-2 | seminativo | 21.0 | franco sabbioso | 4.34 |
Calangianus | 539 | 7 | 0-2 | pascolo | 15.0 | franco sabbioso | 3.84 |
Calangianus | 594 | 7 | 0-2 | pascolo | 15.0 | franco sabbioso | 4.71 |
Loiri Porto S. Paolo | 170 | 3 | 15 | seminativo | 7.5 | franco sabbioso | 4.56 |
Loiri Porto S. Paolo | 251 | 3 | 10 | pascolo | 51.0 | sabbioso franco | 4.72 |
Luogosanto | 106 | 6 | 2 | seminativo | 26.0 | sabbioso franco | 4.19 |
Luogosanto | 263 | 6 | 10 | seminativo | 8.7 | franco sabbioso | 4.60 |
Luras | 264 | 7 | 0-5 | pascolo | 5.0 | franco sabbioso | 3.89 |
Luras | 394 | 7 | 5-10 | pascolo | 23.9 | sabbioso franco | 4.51 |
Luras | 451 | 7 | 5 | seminativo | 21.3 | sabbioso franco | 3.81 |
Olbia | 103 | 1 | 3 | seminativo | 38.7 | franco sabbioso | 6.40 |
Olbia | 146 | 1 | 10 | pascolo | 14.0 | sabbioso franco | 4.57 |
S.Antonio di Gallura | 354 | 7 | 3 | seminativo | 16.5 | franco sabbioso | 3.98 |
S.Antonio di Gallura | 381 | 7 | 2 | seminativo | 23.5 | sabbioso franco | 4.15 |
Telti | 370 | 5 | 3 | seminativo | 5.5 | sabbioso franco | 5.75 |
Tempio Pausania | 203 | 8 | 5-30 | seminativo | 21.3 | sabbioso | 5.40 |
Trinità d’Agultu | 198 | 4 | 5 | seminativo | 14.5 | sabbioso | 4.72 |
I bioclimi dei territori coinvolti (
Area | Gallura | Nurra | Grighini | |||||||
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Stazione | Olbia | La Maddalena | M.Pedrosu Suaredda | S.Giovanni Coghinas | Monti | Luogosanto | S.Antonio Calangianus | Tempio | Sassari (Ottava) | Busachi |
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | |
Quota m s.l.m. | 15 | 29 | 96 | 210 | 296 | 315 | 350 | 558 | 70 | 379 |
Periodo osserv. Temperature | 61-99 | 61-98 | 74-99 | 61-00 | 76-99 | 61-99 | 69-00 | 61-00 | 61-04 | 61-99 |
Periodo osserv. Piogge | 61-94 | 61-98 | 61-99 | 61-94 | 61-99 | 61-99 | 69-99 | 61-94 | 61-04 | 61-94 |
Temperatura media annua °C | 16.5 | 17.4 | 16.6 | 15.6 | 14.2 | 14.7 | 15.2 | 14.0 | 16.0 | 15.9 |
T med. min. mese più freddo °C | 5.8 | 8.5 | 5.9 | 6.3 | 3.2 | 4.3 | 3.9 | 3.8 | 6.0 | 5.5 |
N° mesi con T med.<10 °C | 1 | 0 | 0 | 2 | 4 | 4 | 3 | 4 | 2 | 3 |
Piogge annue mm | 501 | 468 | 613 | 752 | 767 | 798 | 670 | 793 | 543 | 666 |
Piogge estive mm | 38.7 | 33.6 | 40.9 | 46.1 | 49.1 | 59.3 | 53.9 | 65.0 | 37.8 | 39.9 |
n. mesi stagione arida | 5 | 5 | 4 | 3 | 3 | 3 | 3 | 3 | 4 | 4 |
Ic escursione termica annua | 15.3 | 14.2 | 14.7 | 14.6 | 16.1 | 16.2 | 16.1 | 16.6 | 14.3 | 15.8 |
Io Ind. Ombrotermico annuo | 2.5 | 2.2 | 3.1 | 4.0 | 4.5 | 4.5 | 3.7 | 4.7 | 2.8 | 3.5 |
It Indice di Termicità | 356.5 | 397.7 | 369.2 | 335.6 | 284.2 | 300.4 | 311.2 | 271.6 | 353.3 | 333.3 |
Termotipo |
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Ombrotipo |
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Elenco e numerosità delle 27 provenienze raccolte nella parcella del M.te Grighini; (*) AL= Algeria; ES= Spagna; FR= Francia; IT= Italia; MO= Marocco; PT= Portogallo; TU= Tunisia.
Sigla provenienze * | Località | n. piante |
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AL I | Guerbes | 105 |
ES 3-V | Montes de Toledo | 99 |
ES 4-CR | Sierra Morena Oriental | 94 |
ES 5-J | Sierra Morena Occidental | 102 |
ES 7-ALM | Parque de los Alcornocales | 116 |
ES 9-GE | Cataluna Litoral | 91 |
ES F-PAR | Sierrra de Guadarrama | 118 |
FRII | Le Rimbaut Provence | 95 |
FRIII | Soustons Landes | 95 |
IT LA-Vt | Tuscania | 104 |
IT PU-Br | Brindisi | 117 |
IT SA-Ca | Cagliari (Santadi) | 102 |
IT SA-Ss | Sassari (Villanova Monteleone) | 108 |
IT SI-Ct | Catania | 107 |
MO I-1 | Boussafl | 81 |
MO I-2 | Ain Rami Rif. Occidentale | 117 |
MO III-1AJ | Ain Johra Maamora | 47 |
MO III-2 | Oulmes-Plateau Central | 114 |
PT IV-02 | Ponte de Sor | 104 |
PT IV-03 | Quinta da Serra | 103 |
PT IV-04 | Alcacer do Sal | 108 |
PT V-01 | Azaruja | 102 |
PT VI-01 | Santiago do Cacem | 82 |
PT VI-03 | S.Bras de Alportel | 112 |
PT+ES-02 | Alent.B.Baixa+Srra San Pedro | 96 |
TU I | B Fernana | 95 |
TU II | Mekna | 92 |
Prospetto riassuntivo rilievi condotti nelle aree di saggio delle 24 aziende galluresi.
Comune | Quota (m slm) | Età | % Consoc. | Specie consociata ( |
Sughera | Pino | ||
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Fallanze (%) | h (cm±DS) | D (cm±DS) | h (cm±DS) | |||||
Aglientu | 263 | 7 | 25 |
|
4.5 | 69.1 ± 28.5 | 3.3 ± 1.3 | 168 ± 33 |
Aglientu | 360 | 5 | 50 |
|
35.0 | 67.6 ± 29.4 | 3.2 ± 1.5 | 180 ± 37 |
Arzachena | 124 | 6 | 50 |
|
0 | 66.3 ± 19.1 | 3.2 ± 1.2 | 199 ± 62 |
Arzachena | 130 | 6 | 25 |
|
8.3 | 86.3 ± 21.9 | 3.2 ± 1.1 | 228 ± 56 |
Arzachena | 133 | 7 | 25 |
|
8.8 | 83.2 ± 31.8 | 3.7 ± 1.3 | 154 ± 41 |
Arzachena | 146 | 6 | 25 |
|
29.5 | 103.9 ± 38.6 | 4.9 ± 1.7 | 187 ± 54 |
Arzachena | 146 | 6 | 0 |
|
17.8 | 69 ± 19.4 | 3.2 ± 0.9 | - |
Arzachena | 173 | 7 | 25 |
|
6.0 | 78.9 ± 27.4 | 4.1 ± 1.6 | 157 ± 49 |
Calangianus | 506 | 6 | 0 |
|
4.0 | 78.2 ± 26.5 | 2.9 ± 1.1 | - |
Calangianus | 539 | 5 | 0 |
|
4.0 | 74.4 ± 26.1 | 3.2 ± 1 | - |
Calangianus | 594 | 5 | 0 |
|
7.0 | 58.5 ± 14.7 | 2.6 ± 0.8 | - |
Loiri Porto S.Paolo | 170 | 5 | 50 |
|
1.6 | 57.7 ± 15.1 | 2.7 ± 0.7 | 118 ± 32 |
Loiri Porto S.Paolo | 251 | 7 | 50 |
|
7.4 | 87.1 ± 30.4 | 4.2 ± 1.3 | 280 ± 59 |
Luogosanto | 106 | 6 | 50 |
|
0 | 54.3 ± 9.2 | 2.3 ± 0.6 | 200 ± 57 |
Luogosanto | 200 | 5 | 0 |
|
21.2 | 44.6 ± 6.7 | 1.9 ± 0.4 | - |
Luogosanto | 203 | 6 | 25 |
|
2.4 | 82.5 ± 27.6 | 3.6 ± 1 | 222 ± 53 |
Luogosanto | 451 | 6 | 25 |
|
2.5 | 97.1 ± 31.4 | 3.1 ± 1.1 | 312 ± 53 |
Luras | 264 | 5 | 0 |
|
7.8 | 47.4 ± 5.5 | 1.8 ± 0.3 | - |
Luras | 394 | 6 | 25 |
|
8.1 | 68.5 ± 11.3 | 2.6 ± 0.5 | 112 ± 30 |
Olbia | 103 | 6 | 25 |
|
15.7 | 91.2 ± 35.2 | 3 ± 1.5 | 106 ± 53 |
S.Antonio di Gallura | 354 | 5 | 0 |
|
5.0 | 87.1 ± 32.8 | 3.1 ± 1.3 | - |
S.Antonio di Gallura | 381 | 5 | 0 |
|
7.8 | 55.5 ± 11.4 | 2 ± 0.5 | - |
Telti | 370 | 6 | 50 |
|
5.8 | 52.5 ± 10.7 | 2.3 ± 0.5 | 224 ± 30 |
Trinità d’Agultu | 198 | 6 | 50 |
|
0 | 68.9 ± 27.8 | 3.6 ± 1.2 | 224 ± 62 |
Effetti delle tecniche di gestione del suolo sull’accrescimento del legno e del sughero rilevati al colletto. (M) = Media; (DS) = deviazione standard; (RG) = range;
Trattamento | Diametro sottoscorza (cm) | Spessore del sughero (mm) | |||||
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media | DS | range | media | DS | range | ||
Interfila | |||||||
controllo | 3.5 | 0.49 | B | 8.1 | 1.59 | - | |
trinciato | 4.5 | 0.79 | A | 8.1 | 1.32 | - | |
lavorato | 4.3 | 0.67 | A | 7.9 | 1.34 | - | |
|
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Scerbatura | |||||||
no | 3.8 | 0.54 | B | 9.0 | 0.54 | A | |
sì | 4.3 | 0.88 | A | 7.1 | 1.39 | B | |
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Interazione | |||||||
controllo/non scer. | 3.6 | 0.33 | c | 9.0 | 0.48 | - | |
controllo/scerbato | 3.4 | 0.63 | c | 7.2 | 1.85 | - | |
trinciato/non scer. | 4.0 | 0.70 | abc | 8.9 | 0.74 | - | |
trinciato/scerbato | 4.9 | 0.60 | a | 7.3 | 1.34 | - | |
lavorato/non scer. | 3.8 | 0.54 | bc | 9.0 | 0.46 | - | |
lavorato/scerbato | 4.7 | 0.50 | ab | 6.9 | 1.11 | - | |
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Medie generali | 5.5 | 0.84 | - | 8.1 | 1.39 | - |