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Thoughts on the Italian National University Council (CUN)

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 6, Pages 1-1 (2009)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0568-0006
Published: Jan 29, 2009 - Copyright © 2009 SISEF

Editorials

Abstract

The Italian National University Council (CUN) is an elected body that represents the Italian academic system and formulates proposal and gives advice to the Minister of University. The opinion is expressed that the professors who are appointed to CUN should go on sabbatical leave from their universities over the period they are part of CUN, as an important condition for carrying out better their institutional job and preventing any potential conflict of interest.

Keywords

National University Council, CUN, Italy

 

Il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) ha compiti importanti: rappresenta il sistema universitario, formula pareri e proposte per il Ministro, nonché valutazioni sugli ordinamenti dell’Università, di cui è una sorta di organo di autocontrollo. Recentemente, ha elaborato, per le diverse aree disciplinari, una proposta per i criteri minimi di valutazione per i concorsi delle diverse fasce della docenza universitaria.

I componenti del CUN sono, per la maggior parte, professori eletti dai loro colleghi, come rappresentanti delle diverse fasce della docenza. E fin qui le cose potrebbero anche andar bene. Una volta eletti, i componenti del CUN non sono retribuiti in modo specifico per la funzione impegnativa che sono chiamati a svolgere. Perché? Per il semplice motivo che, durante il mandato al CUN, essi permangono in servizio presso le università da cui provengono: rimangono a tutti gli effetti docenti e come tali continuano ad essere retribuiti.

E qui le cose incominciano ad andare meno bene. Per il motivo, innanzitutto, che dovendo esercitare due compiti gravosi, quello di docente e ricercatore preso la propria sede, e quello connaturato ai compiti delegati al CUN, rischiano di sacrificare o questo o quello. In secondo luogo, perché nelle medesime persone rischiano di assommarsi i ruoli di controllato e controllore: si pensi alla nomina delle commissioni di garanzia preposte alla selezione dei programmi di ricerca d’interesse nazionale, ai pareri sull’istituzione di nuove università o corsi di laurea, all’approvazione dei curricula didattici, e anche, come ricordato all’inizio, alle proposte sulle modalità del reclutamento universitario. La responsabilità, in veste di rappresentanti CUN, di sganciarsi dagli interessi di sede e personali è lasciata, in questo modo, solo all’etica individuale.

Perché allora non creare una separazione fra i due incarichi? Chissà se suona accettabile una riforma per la quale i componenti del CUN, una volta eletti, si mettono in aspettativa dalla loro università, che potrebbero così utilizzare il budget liberato per finanziare posizioni pro-tempore, e vengono invece retribuiti direttamente dal Ministero.; e che preveda anche un tipo di rappresentanza tale da non generare intrecci fra funzioni di controllo, da una parte, e aspirazioni individuali dall’altra.

Queste poche regole determinerebbero, a mio modo di vedere, una condizione più rispondente a quel ruolo di imparziali civil servants che è richiesta ai componenti del CUN. E ad un CUN a “tempo pieno” e più “sganciato” dalle sedi universitarie potrebbero essere affidati anche altri compiti, come ad esempio le procedure di valutazione dell’attività scientifica previste dalla legge entrata recentemente in vigore. Una proposta semplice: mi aspetto dotte e complesse obiezioni.

 
 
 

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