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Planning habitat improvement for Black Grouse in Valsugana, Trentino, Italy

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 4, Pages 19-27 (2007)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0438-0040019
Published: Mar 21, 2007 - Copyright © 2007 SISEF

Technical Reports

Abstract

This technical note describes the conceiving and planning phase, the licence and EU funding procedure and the first results of a demanding habitat improvement program for Black Grouse (Tetrao tetrix), carried out in the territories of “Telve - Telve di sopra - Carzano” hunting communal Reserve, in eastern Trentino. Through the years 2006-2007, activities will affect a surface of about 25.5 ha of underutilized pastures, by now invaded by shrubs and arboreal species regeneration, for a total amount of 64.250 €, whose funding will be provided thanks to the 2000-2006 Rural Development Plan by the Autonomous Province of Trento. Plan’s 9.2.3 c) provision sets in fact “activities aimed at preserving and enhancing biodiversity of an area, including what wildlife regards...” within investments eligible for public contribution. Central Valsugana Forest Association - constituted in 2005 by Telve, Carzano and Telve di sopra and other villages - thus submitted the adherence application to the Plan for the year 2005, giving a program of the investments relevant to the 9.2.3 c) provision, for a total amount of 93.300 €. Seven are the Reserve’s areas object of the established habitat improvement activities, which have already been carried out in 3 of these in the period July, 31st - October 30th 2006. Activities involved shrub mulching in shrub invaded areas: these were performed with an excavator Euromach 6500 equipped with a Seppi M. BMS-L head - and a rotor with swinging hammer - on its dipper arm. In the end, perspectives consistent with coordinating actions of habitat improvement activities and test of their actual effectiveness are described. Without doubt, in the last years the specific Rural Development Plan’s 9.2.3 c) provision has made it possible - also in other situations of the Provincial territory - to realize important habitat improvement activities devoted particularly to wildlife.

Keywords

Black Grouse, Habitat improvement, Habitat conservation, Rural Development Plan, Trentino, Northern Italy

Introduzione 

In questa breve nota tecnica verranno illustrate le fasi di ideazione e progettazione, l’iter autorizzativo, la procedura di finanziamento comunitario ed i primi risultati dell’esecuzione di un impegnativo intervento di miglioramento ambientale per il Fagiano di monte (Tetrao tetrix) condotto sul territorio di Telve - Telve di sopra - Carzano, un’unica Riserva comunale di caccia (RCC) della Valsugana centrale, in Trentino orientale (Fig. 1). L’iniziativa si caratterizza per un interessante (e potenzialmente esportabile) meccanismo di applicazione sinergico tra le Amministrazioni comunali interessate (i tre Comuni di Telve, Telve di sopra e Carzano), la RCC sopra richiamata - con l’Associazione Cacciatori Trentini (ACT) centrale - ed i Servizi della Provincia Autonoma di Trento (PAT), tutti attori che hanno reso possibile la realizzazione di un intervento importante, che interesserà nel biennio 2006-2007 circa 25 ettari di superficie di pascoli sottoutilizzati e ormai invasi da arbusti (trasformati quindi prevalentemente in rodoreti) e da rinnovazione di specie arboree. L’importo complessivo finanziato tramite il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2000-2006 per la PAT è pari a 64.250 € (imposta sul valore aggiunto - IVA - esclusa). Queste dimensioni costituiscono un punto di riferimento interessante - sia in ambito provinciale che alpino nazionale - dal punto di vista sia dell’estensione territoriale che dell’entità economica.

Fig. 1 - Localizzazione della Riserva comunale di caccia di Telve - Telve di sopra - Carzano.

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In effetti l’importanza degli interventi di miglioramento degli habitat riproduttivi del Fagiano di monte è stata recentemente sottolineata da diversi autori ([9], [4], [10], [14], [15]), e le prime esperienze concrete hanno iniziato a realizzarsi anche sull’arco alpino italiano (cfr. ad es. [12], [16]). La progressiva invasione degli ex ambienti pascolivi e prativi da parte dell’Ontano verde (Alnus viridis), del Rododendro (Rhododendron sp.p.), del Ginepro (Juniperus communis) e del Pino mugo (Pinus mugo) al variare delle condizioni stazionali, nonché l’innalzamento del limite superiore del bosco ed il contemporaneo aumento della copertura arborea al suo margine superiore hanno rappresentato a partire dal secondo dopoguerra fenomeni ampiamente diffusi a livello nazionale alpino - ed in particolare anche in Trentino ([6]) -, come anche in Francia ([8]). Le conseguenze negative dell’espansione della copertura arboreo-arbustiva al suolo negli habitat riproduttivi del Fagiano di monte sono in particolare collegate alla diminuzione dell’offerta trofica di artropodi per i pulli nelle primissime settimane di vita, periodo nel quale la loro dieta è esclusivamente di origine animale ([3], [2]). Le eccessive densità degli strati arbustivi possono inoltre limitare gli spostamenti delle covate nei primi periodi di allevamento ed interferire sull’idoneità dell’habitat nei riguardi delle due esigenze più pressanti di quella fase: la ricerca trofica e la difesa dai predatori.

Va poi ricordato che la caccia al Fagiano di monte è fortemente radicata nel territorio della provincia di Trento ed in particolare nella sua parte centro-meridionale. L’interesse della componente venatoria locale verso questa specie - ed i fattori che concorrono a determinarne il trend demografico - è quindi elevato, ed ha costituito un riferimento continuo per la progettazione di cui alla presente nota, che è nata da una riflessione e da un primo approfondimento condotto da uno degli autori (MG), Rettore della RCC in questione.

La RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano aderisce dal 2003 ad uno specifico Protocollo per una gestione sperimentale del Fagiano di monte approvato e sottoscritto dai Rettori di 14 RCC appartenenti ai Distretti faunistici[1] Bassa Valsugana e Tesino e quindi recepito dall’ACT ([5]). La finalità principale del Protocollo è costituita dall’attuazione di un progetto di gestione del Fagiano di monte che possa basarsi su dati tecnici acquisiti specificamente, garantendo un approccio gestionale che comprenda anche la conservazione ed il miglioramento degli habitat riproduttivi di allevamento delle covate. Le RCC aderenti si sono così impegnate all’effettuazione di censimenti primaverili (Fig. 2) estensivi ed estivi su aree campione, nonché all’esecuzione di un intervento annuale di miglioramento ambientale in habitat vocati al Fagiano di monte, le cui modalità operative devono essere preventivamente verificate con la consulenza tecnica dell’ACT. È in questo contesto che gli organi direttivi della RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano hanno trovato lo spunto iniziale per sollecitare le Amministrazioni comunali interessate ad “esplorare” la procedura amministrativa e di finanziamento. Va anche ricordato che gli interventi di miglioramento ambientale per il Fagiano di monte hanno in Trentino una “storia” perlomeno decennale, con realizzazioni significative - ad esempio - effettuate direttamente da parte dell’Ufficio distrettuale forestale[2] di Malè in diverse località della Val di Sole, ed altri interessanti interventi eseguiti dall’UDF di Trento ad esempio sul gruppo montuoso Paganella-Gazza ([18]) come anche dall’UDF di Borgo Valsugana nel territorio della Valsugana - ad esempio in località Primaluna, nella RCC di Strigno-Samone-Spera -, od ancora dall’allora Servizio Parchi e foreste demaniali all’interno della Foresta demaniale del Monte Bondone.

Fig. 2 - Maschio di Fagiano di monte sull’arena di canto in periodo primaverile (foto Mariano Valentini).

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La popolazione di Fagiano di monte presente nel territorio della RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano è di una certa rilevanza, come hanno dimostrato i conteggi primaverili standardizzati condotti - come dal citato Protocollo - nel periodo 2003-2006 sulle 18 arene di canto - o lek - ubicate all’interno della RCC: il numero complessivo di maschi conteggiati è variato nei quattro anni tra i 29 ed i 36 capi. Il prelievo venatorio autorizzato nei medesimi anni dal Comitato faunistico provinciale (organo tecnico-consultivo competente ai sensi della normativa di settore) è variato tra i 4 ed i 13 capi.

L’azione 9.2.3 c del Piano di Sviluppo Rurale 

Il PSR 2000-2006 per la PAT costituisce lo strumento di programmazione per poter beneficiare del sostegno finanziario dell’Unione Europea di cui al Regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999, recante le norme relative al sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG). Il PSR 2000-2006 per la PAT è stato approvato con deliberazione della Giunta provinciale trentina n. 7898 del 23 dicembre 1999, e contestualmente proposto alla competente Commissione CE: con successiva deliberazione n. 2635 del 20 ottobre 2000 la stessa Giunta provinciale ha quindi approvato la versione definitiva del PSR, apportandovi poi alcune modificazioni con deliberazione n. 2302 del 19 settembre 2003.

In seguito a tali modifiche si è reso necessario provvedere alla ridefinizione dei termini, delle modalità attuative e delle ulteriori condizioni di ammissibilità originariamente previsti nella deliberazione della Giunta provinciale n. 265 del 9 febbraio 2001, ai sensi del punto 9 del PSR stesso. Nel 2004 la Giunta provinciale ha quindi approvato, con deliberazione n. 2852 del 3 dicembre, i nuovi termini e modalità attuative, rielaborando appunto in larga parte i precedenti criteri.

Nello specifico tra i criteri generali di finanziamento delle misure forestali contenute nel PSR - di cui alla deliberazione precitata - la misura 9 (Altre misure forestali) ricomprende la sottomisura 9.2 (Miglioramento della gestione forestale e ambientale) con l’azione 9.2.3 (Miglioramento dei patrimoni forestali). Tra gli investimenti ammissibili - elencati in ordine di priorità - sono previste le seguenti tipologie:

  1. adeguamento della rete viabile forestale finalizzata allo sviluppo del territorio boscato;
  2. interventi sistematori e di bioingegneria;
  3. interventi di valorizzazione di emergenze botaniche ed ambientali o interventi volti a preservare e mettere in risalto la biodiversità di un’area, compresi gli aspetti faunistici;
  4. recupero e allestimento del patrimonio edilizio rurale finalizzato all’istituzione di rifugi forestali, musei, centri didattici e relativi percorsi.

Alle agevolazioni per la tipologia di investimenti di cui alla lettera c) sono ammessi proprietari forestali pubblici e privati e loro Associazioni, nonché il SFF provinciale; sono ammesse le spese per interventi a reddito negativo volti a valorizzare specifici aspetti botanici e turistico-ambientali di caratteristiche formazioni forestali ed in particolare “...interventi specifici rivolti al mantenimento ai fini faunistici, paesaggistici ed ambientali dell’alternanza dei diversi elementi vegetazionali che caratterizzano gli habitat montani...”.

Per tutte le categorie di richiedenti, qualora venga richiesta l’ammissione ai contributi degli importi relativi all’IVA - che dovranno comunque essere comprovati da fatture -, è necessario sia espressamente dichiarata la non possibilità di recupero. In mancanza di tale dichiarazione i relativi importi non sono ammessi. Nel caso in cui il destinatario sia soggetto ad un regime forfettario l’IVA pagata è considerata recuperabile e - come tale - non ammissibile a finanziamento.

Il limite massimo di spesa ammissibile non può superare l’importo di 30.000 € - IVA esclusa - per intervento. Va sottolineato che sono ammessi in via prioritaria gli interventi eseguiti dai proprietari in forma associata. Il proprietario, inoltre, si impegna a non variare la destinazione delle zone di intervento per un periodo di nove anni.

Il livello delle agevolazioni è pari all’80% del costo totale ammissibile - con la necessità, evidentemente, del supporto di idonea documentazione contabile -, ma è elevato al 100% della spesa ammissibile se l’intervento viene realizzato da Associazioni di proprietari forestali costituitesi ai sensi del PSR ([11]).

Della documentazione da allegare alla richiesta - per Comuni e loro Associazioni - devono necessariamente far parte una apposita relazione tecnico-illustrativa, una cartografia dell’area di intervento ed eventuali disegni di dettaglio, nonché un preventivo di spesa redatti da un tecnico abilitato; qualora necessaria deve essere allegata la concessione o l’autorizzazione edilizia, la dichiarazione di disponibilità dei terreni interessati ed infine la deliberazione dell’organo competente che approva la relazione tecnico-illustrativa e dà mandato a presentare la domanda alla PAT e compiere ogni altro atto necessario a termini di legge per portare a buon fine la pratica. Come documentazione necessaria ai fini della liquidazione del contributo è prevista la presentazione di un certificato di regolare esecuzione, la deliberazione dell’Ente che approva la contabilità finale ed il certificato di regolare esecuzione. La verifica viene effettuata per la totalità dei beneficiari e degli interventi a cura del SFF - attraverso gli UDF - ed è prevista la redazione di appositi verbali.

Le spese generali sono considerate ammissibili nel limite massimo del 12%[3] dell’importo totale dell’investimento e devono essere comprovate da idonea documentazione contabile: consistono nelle spese tecniche relative alla progettazione, alla direzione lavori, allo stato d’avanzamento, all’assistenza lavori, alla contabilità, allo stato finale, al piano per la sicurezza, ad eventuali perizie geologiche. Si tenga altresì conto del fatto che anche le spese bancarie e legali - costituite da parcelle per consulenze legali, spese per consulenza tecnica o finanziaria, spese per contabilità o revisione contabile - sono ammissibili quando direttamente legate all’operazione oggetto del finanziamento e necessarie al suo perfezionamento.

Progettazione e realizzazione degli interventi 

L’idea originaria di verificare la eventuale applicabilità dello strumento finanziario comunitario all’esecuzione di interventi di miglioramento ambientale dedicati al Fagiano di monte su media scala è, come accennato, di uno degli autori (MG). Grazie a successivi approfondimenti condotti con l’aiuto di funzionari sia degli Uffici tecnici comunali che del SFF è stato possibile chiarire il quadro di riferimento amministrativo, nel mentre singoli soci della RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano hanno potuto interessare e supportare in vario modo le tre Amministrazioni comunali per compiere i necessari passi applicativi. Il reperimento e la definitiva individuazione delle aree di intervento sono state - in particolare - rese possibili grazie alla preziosa collaborazione di alcuni cacciatori appassionati ed esperti conoscitori del territorio della RCC nonché dei relativi mutamenti di uso del suolo avvenuti nel corso degli ultimi 50 anni.

L’Associazione Foreste della Valsugana centrale - costituita nel 2005 dai Comuni di Telve, Borgo Valsugana, Carzano, Telve di sopra, Torcegno, Ronchi Valsugana e Roncegno - ha quindi presentato all’UDF di Borgo Valsugana in data 30 settembre 2005 l’apposita domanda di adesione al PSR per l’anno 2005, per un importo complessivo del contributo richiesto pari ad oltre 594.000 € (sulle misure forestali 8 e 9 del PSR), proponendo in particolare un programma degli investimenti relativi all’azione 9.2.3 c) per un totale - compreso IVA e spese tecniche - di 93.300 €. Tutto ciò a seguito della decisione assunta dalla Conferenza dei Sindaci dell’Associazione, il 19 dello stesso mese, con propria deliberazione n. 2, avente appunto ad oggetto approvazione progetti esecutivi dei lavori di adeguamento della rete viabile forestale e interventi volti a preservare e mettere in risalto la biodiversità di un’area compresi gli aspetti faunistici. Le località dei sette interventi previsti e le relative spese sono indicati in Tab. 1 ed in Fig. 3. Il costo totale dell’intervento, pari appunto a 93.300 €, riguardava 77.250 € di lavori e 16.050 € di somme a disposizione dell’Amministrazione. La progettazione tecnica è stata curata - con il proficuo affiancamento di un socio della RCC, Roberto Dalle Donne, geometra del Comune di Telve, che ha svolto anche la funzione di responsabile del procedimento per l’Associazione Foreste della Valsugana centrale - da Raimondo Buffa, dottore forestale libero professionista nonché proprietario dell’Azienda faunistico-venatoria Val Campelle, confinante con la RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano e interessata anch’essa da interventi di miglioramento ambientale simili a quelli in esame.

Tab. 1 - Le sette aree di intervento di progetto con indicazione del Comune proprietario, descrizione dell’intervento, superficie indicativa interessata e spesa prevista.

Località Comune
proprietario
Descrizione
intervento
Superficie
indicativa
Spesa
prevista
Aia del Morto, Ziolera,
Cagnon di sotto
Telve Taglio rododendri, ontani e ripristino campivoli e sentieri 12 ha 30.000 €
Valtrighetta, Lavoschietto Carzano Taglio rododendri, ontani e ripristino campivoli e sentieri 6 ha 17.250 €
Ezze, Lavoschietto, Serra Telve di sopra Taglio rododendri, ontani e ripristino campivoli e sentieri 12 ha 30.000 €
Totale - - - 93.300 €

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Fig. 3 - Le località dei sette interventi previsti dal progetto.

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Per quanto concerne la citata azione 9.2.3 c) del PSR, con determinazione del Dirigente del SFF n. 174 dell’11 aprile 2006 è stata approvata - nell’importo di 342.150 € - la spesa complessiva ammessa per l’esecuzione dei lavori di cui all’elenco dei 21 beneficiari già approvato con precedente determinazione n. 73 di data 15 febbraio 2006. In particolare è stato riconosciuto all’Associazione Foreste della Valsugana centrale un importo del contributo pari a 64.250 €, ossia pari al 100% della spesa ammessa a contributo, rispetto ai 77.250 € richiesti. Sulla base della relazione istruttoria del medesimo SFF l’intervento previsto - su 4.5 ha circa - in località Valtrighetta del Comune di Carzano è stato infatti scorporato da quelli ammessi a finanziamento, in quanto l’UDF di Borgo Valsugana ha ritenuto che lo stesso potesse “...interferire negativamente sulla stabilità del sito: le difficili condizioni stazionali danno alla copertura arbustiva presente una prevalente connotazione protettiva e pertanto è da escludere un’operazione colturale che comporta riduzione di densità dell’attuale soprassuolo...”. Si è quindi proceduto a rideterminare il contributo detraendo la spesa prevista per quest’ultimo intervento, che era stata quantificata in 3.000 €/ha - contro i 2.500 €/ha degli altri interventi - in quanto la località risulta meno accessibile ai mezzi meccanici delle altre, per i 4.5 ha di superficie indicativa da trattare (spesa complessiva prevista 13.500 €).

Nel contempo - il 14 dicembre 2005 -, sulla base dello specifico Protocollo d’intesa stipulato l’11 dicembre 2000 tra l’allora Servizio Foreste, l’allora Servizio Faunistico e l’ACT, la RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano ha richiesto e l’UDF di Borgo Valsugana conseguentemente - il 1° giugno 2006 - autorizzato l’esecuzione di interventi di miglioramento ambientale a fini faunistici per le località Lavoschio, Colombera, Lavoschio Ezze, Aia del Sasso e Cagnon di sopra (coincidenti o confinanti quindi in parte con le aree sottoposte agli interventi eseguiti dall’impresa specializzata), contando così di poter perfezionare nel corso degli anni 2006-2008 il progetto a livello riservistico e di ripristinare e/o mantenere la sentieristica di accesso alle aree tramite il contributo offerto a titolo volontario dei soci della stessa RCC.

Con apposita gara d’appalto tramite cottimo fiduciario, espletatasi - ai sensi della legge provinciale n. 26/93 “Norme in materia di lavori pubblici di interesse provinciale e per la trasparenza negli appalti” - entro il 14 luglio 2006, è quindi stato possibile assegnare l’esecuzione dei lavori alla Ditta Alessandro Torghele di Scurelle, specializzata in lavori forestali. La direzione lavori è stata assicurata, a titolo gratuito, da uno degli autori (MG), che svolge attività libero professionale come geometra. Nel frattempo l’Associazione Foreste della Valsugana centrale ha richiesto ed ottenuto dal SFF la proroga dei termini di inizio lavori stabiliti nella citata determinazione dirigenziale n. 174 (spostati dal 30 aprile al 31 luglio 2006) ed ha avanzato istanza per prorogare quelli - già comunque rideterminati al 30 settembre 2006 - di fine lavori al 31 dicembre 2007, e conseguentemente quelli di rendicontazione finale.

Gli interventi previsti in sede di presentazione della domanda di adesione al PSR erano stati sommariamente descritti come “...di tipo meccanico [...] e consistenti nell’eliminazione soprattutto del Rododendro, cercando di allargare le radure già esistenti alternate ad altre dove invece la vegetazione verrà lasciata (tipo mosaico), in modo da ricreare zone aperte a copertura erbacea, ricche di graminacee, per dar vita ad un effetto margine di elevato valore biologico. Queste zone verranno collegate fra di loro attraverso dei corridoi, liberi da vegetazione, di larghezza compresa fra i tre e i quattro metri...”. L’intervento è quindi consistito nel decespugliamento, condotto con un escavatore tipo “ragno” Euromach 6500 dotato di testata tipo trincia forestale Seppi M. BMS-L, delle superfici invase da arbusti, ed in particolare da Rododendro, oltre che colonizzate dalla rinnovazione di specie arboree in fase di progressiva affermazione (Fig. 4, Fig. 5). L’intervento è stato realizzato per strisce, cercando inoltre di realizzare, ove possibile, contatti tra le aree decespugliate nella forma di “corridoi” che si auspica possano consentire negli anni a venire il pascolo bovino, ritenuto fondamentale per la manutenzione degli habitat ripristinati. Si è operato nel periodo 31 luglio - 30 ottobre 2006 - per non mettere in pericolo l’allevamento delle covate di Fagiano di monte presenti nei primi stadi di sviluppo ([16]) - nelle aree di Cagnon di sotto, Ziolera e Aia del morto. È opportuno sottolineare come si è resa necessaria una attenta assistenza tecnica da parte di personale specializzato durante l’esecuzione dei lavori, con sopralluoghi frequenti nella fase di messa a punto delle tipologie di intervento più adatte a ciascuna stazione.

Fig. 4 - Cagnon di sotto, 9 agosto 2006. Striscia di intervento.

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Fig. 5 - Cagnon di sotto, 9 agosto 2006. L’escavatore tipo “ragno” Euromach 6500 dotato di testata tipo trincia forestale Seppi M. BMS-L in azione (foto Matteo Tiso).

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Conclusioni e prospettive 

Da oltre un decennio la tematica degli interventi finalizzati al miglioramento degli habitat a fini faunistici è diventata oggetto - anche in ambito nazionale - di discussioni e contributi di taglio prevalentemente scientifico. L’esecuzione di tali interventi non ha tuttavia ancora potuto acquisire - con poche lodevoli eccezioni - il carattere di una normale prassi gestionale ([1]). Tra i fattori che rendono più difficoltosa la realizzazione di queste attività vanno ricordate la mancanza di una pianificazione territoriale che integri le specifiche esigenze faunistiche e l’assenza di soggetti unici di riferimento a livello di Pubbliche Amministrazioni, soggetti che possano “catalizzare” le risorse finanziarie disponibili.

In questo contesto di riferimento è indubbio che la specifica azione 9.2.3 c) del PSR 2000-2006 per la PAT ha reso possibile - anche in altre realtà del territorio provinciale - la realizzazione di importanti interventi di miglioramento ambientale “dedicati” specificamente al Fagiano di monte, come è stato il caso anche del Comune di Nago Torbole, sul Baldo trentino (Mazzoldi, com. pers.). Questo strumento, grazie anche alla lungimiranza dei funzionari dei Servizi provinciali chiamati alla sua applicazione, si è rivelato fondamentale nel rendere fattibile una significativa integrazione della tradizionale attività volontaristica che da sempre - ed in maniera più strutturata dal 2000, in seguito alla stipula dell’apposito Protocollo - viene realizzata dall’associazionismo venatorio locale nel territorio trentino. Come conseguenza collaterale sta quindi sempre più emergendo la necessità di garantire un coordinamento a livello sovrariservistico nella realizzazione di questo tipo di interventi, aspetto al quale dovrà essere assicurata adeguata attenzione nel prossimo futuro da parte di tutte le componenti interessate.

I lavori nella RCC di Telve - Telve di sopra - Carzano proseguiranno nel corso del 2007. Con la consulenza del Dipartimento di Scienze agronomiche e gestione del territorio agro-forestale dell’Università degli studi di Firenze è allo studio la possibilità di verificare l’efficacia degli interventi sotto il duplice profilo delle modalità di esecuzione ottimali - anche al fine di modificare le tipologie attuative in modo da massimizzarne gli effetti positivi - e dell’utilizzo degli habitat “migliorati” da parte del Fagiano di monte nel periodo successivo alla realizzazione (Tellini [17]). In questo contesto, nel quadro delle attività previste per una tesi di laurea triennale in Tecnologie forestali e ambientali presso l’Università degli studi di Padova - di Matteo Tiso -, è in corso il rilievo delle caratteristiche vegetazionali-strutturali degli habitat pre- e post-intervento - con l’utilizzo di GPS -. Si tenterà anche di quantificare il miglioramento dell’offerta trofica derivante dalla realizzazione degli interventi in particolare per quanto concerne l’aumento della densità di nidi di Formicidae, ritenuti una fonte alimentare essenziale per i pulli di Fagiano di monte sotto i 100 g di peso ([7]), nonché possibilmente tramite specifici campionamenti diretti a quantificare la presenza di artropodi, in particolare larve di lepidotteri, anch’essi citati come fondamentali nell’alimentazione dei pulli ([13], [3]).

Ringraziamenti 

Desideriamo ringraziare Paolo Casanova per lo spunto iniziale di approfondimento del problema, Ezio Berteotti, Roberto Bonfioli, Celestino Castagna, Roberto Dalle Donne, Francesco Dellagiacoma, Diego Furlan, Nicola La Porta, Mario Mazzoldi, Giorgio Messina, Piergiovanni Partel, Davide Pozzo, Michele Rocca e Sandro Zambotti per le preziose informazioni fornite, e Lucio Luchesa per la realizzazione delle cartografie GIS delle Fig. 1 e Fig. 3. La versione iniziale della nota è stata rivista in seguito ai preziosi suggerimenti di Fabio Angeli, Gianni Argenti e Ivano Artuso: le loro osservazioni hanno consentito di rendere il lavoro più preciso e corretto.

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