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Remembering Bernado Hellrigl

Forest@ - Journal of Silviculture and Forest Ecology, Volume 15, Pages 40-40 (2018)
doi: https://doi.org/10.3832/efor0073-015
Published: Apr 30, 2018 - Copyright © 2018 SISEF

Editorials

 

Bernardo Hellrigl era nato a Merano il 1 aprile del 1927 in una famiglia di commercianti di legname. Nell’intento di proseguire la tradizione familiare, terminati gli studi superiori a Merano, si iscrisse dapprima alla Facoltà di Ingegneria di Milano e poi a quella di Agraria di Firenze, unica che in Italia dava la possibilità di specializzarsi nel settore forestale.

Dopo la laurea iniziò l’attività nell’azienda di famiglia, ma ben presto fu incaricato dal Prof. Patrone, Direttore dell’Istituto di Assestamento e Dendrometria dell’Università di Firenze, di approfondire e sviluppare gli studi su una nuova tecnica per la misurazione dei soprassuoli forestali, la relascopia, che era stata ideata dal Prof. Bitterlich a Vienna agli inizi degli anni ’50.

Appassionatosi agli aspetti teorici della misurazione degli alberi, si dedicò sempre più alla ricerca, allontanandosi progressivamente dall’attività familiare, trasferendosi anche a Firenze dove divenne assistente della Cattedra di Assestamento forestale.

Significativi in questo periodo furono i suoi studi sulla possibilità di applicare le procedure proprie della statistica alla dendrometria. In particolare si dedicò all’applicazione della perequazione analitica alle relazioni fra parametri dendrometrici, portando un contributo significativo di modernità e di originalità alla costruzione delle tavole di cubatura, argomento centrale in Italia in quel periodo. Tuttavia l’articolo che in questo periodo ebbe maggior successo, tradotto in 8 lingue fra cui anche il giapponese, fu quello dedicato alla possibilità di utilizzare in campo dendrometrico i magnetofoni per registrare le misurazioni di campagna.

Nel 1973 fu chiamato dal nuovo corso di laurea in Scienze forestali di Padova a ricoprire il ruolo di professore ordinario di Dendrometria, dedicandosi anche all’insegnamento dell’Assestamento forestale.

In quegli anni continuò gli studi sulla possibilità di utilizzare procedure analitiche per lo studio delle varie relazioni dendrometriche, argomento che in quel momento ebbe un notevole sviluppo grazie alla possibilità di impiegare i nuovi strumenti informatici di elaborazione dei dati.

Nel 1975 fu nominato Presidente dell’Istituto Sperimentale per l’Assestamento forestale e l’Alpicoltura di Trento. Durante la sua presidenza fu realizzata la nuova sede di Villazzano, ancor oggi attiva. Anche presso questo Istituto, nel quale rimase Presidente fino al 1984, cercò di sviluppare moderne metodologie per lo studio di vari argomenti inerenti la Dendrometria. Nel 1978 si trasferì alla Cattedra di Assestamento forestale lasciando l’insegnamento di Dendrometria.

In quel periodo, infatti, l’assestamento forestale ebbe un notevole sviluppo nel Nord-Est d’Italia, che portò alla produzione di diverse normative provinciali e regionali alla cui redazione egli partecipò sempre in modo attivo.

Nel contempo non abbandonò gli aspetti teorici dedicandosi in particolare allo studio delle leggi dell’auxonomia e alla messa a punto di procedure per la stima dell’incremento dei boschi.

A metà degli anni ’80 curò, anche in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro, vari capitoli del volume “Nuove metodologie nella elaborazione dei piani d’assestamento dei boschi” per conto dell’I.S.E.A., volume che a lungo ha costituito il compendio fondamentale delle conoscenze in campo assestamentale in Italia.

Negli stessi anni fece parte del gruppo di lavoro incaricato della messa a punto di metodologie necessarie per la realizzazione del primo inventario forestale nazionale.

Dopo questi impegnativi contributi trascorse un periodo di ripensamento sulla figura del tecnico forestale e su ruolo e compiti delle Scienze Forestali, nel contesto generale di una crescita di sensibilità verso le tematiche ambientali. Questo lo portò ad affrontare nuovi argomenti e ad approfondire, nel contesto dei cambiamenti climatici, l’analisi del ruolo svolto dal bosco nella captazione del carbonio, fornendo consulenze su questo tema anche al Ministero dell’Ambiente. Contemporaneamente si dedicò anche allo studio dell’impiego del legno come fonte energetica, scrivendo vari articoli, molti dei quali riportati nell’Aula Magna della rivista Sherwood o pubblicati da AIEL.

Nel 2003 concluse la sua carriera universitaria, pur mantenendo rapporti di collaborazione con vari enti e in particolare con il gruppo di lavoro per la redazione dell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio, che gli ha dedicato il volume dei risultati finali, pubblicato nel 2011.

Oltre agli aspetti scientifici merita sicuramente ricordare il ruolo svolto da Bernardo Hellrigl nella formazione di più di una generazione di tecnici forestali, ai quali ha trasmesso, come lui solo sapeva fare, la passione per il bosco, l’attenzione e il rispetto che devono essere dedicati alla gestione di questa inestimabile risorsa, l’importanza di affrontare la conoscenza con spirito critico.

 
 
 

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